Il fumetto e Gaza: da Palestina di Joe Sacco ai disertori di Lucca

Il fumetto è un medium dai tempi fisiologicamente lunghi, per il processo creativo in sé e per la raccolta di informazioni preliminari che richiede, specialmente se si parla di graphic journalism.

Quindi è chiaro che, appena un mese dopo l’esplosione del conflitto a Gaza, è improbabile riuscire a trovare un resoconto a fumetti di quanto sta accadendo, se si eccettua il lavoro dei vignettisti.

Mentre Q Code risponde all’esigenza di un’informazione immediata con una serie di articoli di approfondimento, c’è un classico del graphic journalism che può aiutare chi abbia bisogno di ricostruire il contesto di quanto accaduto dal 7 ottobre in poi.

Del resto, lo ha detto anche il segretario generale dell’ONU, António Guterres, ricevendo per le sue parole un attacco violento quanto ingiustificato: “È importante riconoscere che gli attacchi di Hamas non sono venuti fuori dal nulla”.

“Il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione. Hanno visto la loro terra costantemente divorata dagli insediamenti e tormentata dalla violenza; la loro economia soffocata; la loro gente sfollata e le loro case demolite. Le speranze di una soluzione politica alla loro situazione sono svanite”.

“Ma le rimostranze del popolo palestinese non possono giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas. E questi terribili attacchi non possono giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese”.

In queste parole c’è tutto. A cominciare dall’attenzione dovuta al contesto e all’approfondimento delle ragioni che hanno portato la situazione a evolversi fino allo scenario attuale.

Joe Sacco, pioniere del graphic journalism, tra il 1991 e il 1992 ha pubblicato il pluripremiato reportage in nove volumi Palestina, che per primo ha portato alla ribalta delle cronache mondiali il giornalismo a fumetti.

In quest’opera fondamentale, Sacco documenta la sua permanenza di circa due mesi nel Territori occupati palestinesi, dalla Cisgiordania a quella Striscia di Gaza dove oggi infuria la guerra.

Con il suo stile puntiglioso, cinico e disincantato, abbinato a una dirompente figurazione in puro stile underground, Sacco intervista uno dopo l’altro decine, centinaia di palestinesi, raccontandone le storie individuali e la condizione collettiva.

Sono passati piu di trent’anni dall’uscita di Palestina, ma la situazione a Gaza e in Cigiordania – anche prima dello scoppio del conflitto – non è migliorata nel tempo intercorso, come testimoniato anche da una nota dello stesso Sacco a corredo dell’edizione integrale uscita nel 2001.

I capitoli 6, 7 e 8 del reportage, in particolare, sono dedicati alla Striscia di Gaza e riportano le testimonianze raccolte da Sacco nei luoghi che in questi giorni rieccheggiano continuamente tra le notizie dal fronte, come i campi profughi di Jabalia e Nuseirat, le città di Rafah e Gaza.

In queste pagine, le più dure dell’intera opera, si susseguono senza soluzione di continuità racconti di privazioni e soprusi: non può quindi stupire che Hamas abbia costruito nel tempo il suo seguito più consistente proprio a Gaza, né che l’attacco del 7 ottobre a Israele sia partito dalla Striscia.

In questi giorni di dibattito feroce sul conflitto, anche il mondo del fumetto italiano si è diviso: da una parte, chi ha partecipato allo storico festival di settore Lucca Comics, dall’altra chi ha deciso di rinunciare a causa del patrocinio concesso alla manifestazione dall’ambasciata di Israele in Italia.

Il dibattito, che non ha mancato di coinvolgere importanti esponenti politici, ha segnato secondo Davide Toffolo – tra i disertori di Lucca insieme a Zerocalcare e Fumettibrutti – la fine dell’età dell’innocenza per le grandi manifestazioni della cultura pop.

All’indomani di un’edizione così discussa – e forse non poteva essere altrimenti, visto quanto sta accandendo – vogliamo fare nostro l’appello di Gianluca Costantini per Gaza, accompagnato come sempre dalle sue splendide quanto drammatiche illustrazioni: cessate il fuoco, adesso.