(Non) basta che sia donna di Celeste Gonano

Secondo me, la bellissima intervista di Celeste Gonano a Giulia Siviero, giornalista che si occupa di femminismi e parità di genere, va ascoltata con Mia Martini di sottofondo, non tanto come canzone rivoluzionaria, quanto come primo passo, un passo che, negli anni ha portato altri passi e oggi, comunque, ancora, non basta.

Donne piccole come stelle
c'è qualcuno le vuole belle
donna solo per qualche giorno
poi ti trattano come un porno.
Donne piccole e violentate
molte quelle delle borgate
ma quegli uomini sono duri
quelli godono come muli.
Donna come l'acqua di mare
chi si bagna vuole anche il sole
chi la vuole per una notte
c'è chi invece la prende a botte.

No sleep till shegal, Zerocalcare racconta la resistenza degli ezidi di Luca Rasponi

Dice Rasponi: No sleep till Shengal, come Kobane calling, lascia impressi più di tutto la forza e il coraggio di un popolo che non si arrende, catturati dal fumettista di Rebibbia in uno sguardo, un gesto, una frase.

Ancora una volta, Zerocalcare si mette in gioco per ascoltare in prima persona le storie degli ezidi, vedere con i suoi occhi la loro città. Come mai? “Perché quando nessuno parla, quando nessuno guarda… succedono massacri”.

Chiedo aiuto ai Modena City Ramblers e alla Bandabardò…

Siamo i ribelli della montagna
viviam di stenti e di patimenti
ma quella fede che ci accompagna
sarà la legge dell'avvenir

Siamo i ribelli della montagna
viviam di stenti e di patimenti
ma quella legge che ci accompagna
sarà la fede dell'avvenir

La ruta canaria, migrazioni disperata di Rachele Renno

Immagini e parole.

Io le parole le ho finite al momento.

E così, penso alla terra e alle radici.

De la tierra donde vengo la raíz es fuerte
Me enseñaron a luchar pero no a ser valiente
Yo nací con el "defecto" de ser diferente
Porque no buscaba un cuerpo, me fijo en las mentes
De la tierra donde vengo el árbol sigue en pie
No recuerdo como era pero si quien fue
Las leyendas en su boca huelen a café
Y de sus palabras brotan todo lo que hoy se
De la tierra, del abono, el cultivo
Del amor que no me dieron y el que nunca he tenido
De las espinas de una flor, de los amigos
De la sensación de estar unidos

Archivi di ombre di Giulia Oglialoro

Ci racconta Oglialoro: “Talvolta la calligrafia di Fellini si fa così piccola e appuntita da diventare indecifrabile, ma è poi importante decifrare tutto? Si possono consultare le trascrizioni dei sogni battute a macchina alla fine del libro, oppure ci si può abbandonare al flusso di immagini, lasciando che certe parole resistano sulla pagina come puro segno, la traccia di una notte inesprimibile.

“I sogni non hanno alcun valore pedagogico” scrive Daniel Pennac nella prefazione. “Se lo avessero, se al risveglio traessimo dalla notte chissà quale insegnamento, sarebbe non solo la rovina della psicanalisi, ma anche la fine della creazione.””

E, visto l’imminente concerto, rubo un altro libro dei sogni, quello di Bruce Springsteen.

I'm standing in the backyard
Listening to the party Inside
Tonight I'm drinkin' in the forgiveness
This life provides
The scars we carry remain but the pain slips away it seems
Oh won't you baby be in my book of dreams

Presidente Meloni. Diritti civili in pericolo. E chissà che qualcuno si svegli di Angelo Miotto

Questa canzone usciva nel 1990, ero giovane e non ci potevo credere che qualcuno potesse veramente avere paura di altri esseri umani solo per il colore della pelle.

Porto avanti quel “fight the power” anche oggi, anche qui, anche se sembra un’altra battaglia, in fondo, non lo è.

Fight the power
Fight the power
Fight the power
Fight the power
Fight the power
Fight the power
Fight the power
We've got to fight the powers that be

Iran. La lotta per l’autodeterminazione di un popolo di Giulia Bernacchi

“La voce degli iraniani non può essere tagliata fuori stavolta” dice B.*, una ragazza iraniana di 23 anni: era appena ventenne quando è venuta in Italia per studiare all’università. “Parlo con i miei cari in Iran e con gli amici iraniani qui. Sono emozionata, sono positiva, questa volta succederà qualcosa, forse qualcosa di buono che aspettavamo da tanto tempo”. 

Qualcosa di nuovo potrà nascere?

Stavo cercando un pezzo per questa narrazione alla radio passava Otherside dei Red Hot Chili Peppers e, un po’ per quello che dice, un po’ per quello che non dice, mi è sembrata perfetta.

Centuries are what it meant to me
A cemetery where I marry the sea
Stranger things could never change my mind
I gotta take it on the other side
Take it on the other side
Take it on, take it on

Accordi Italia – Libia: oltre la politica, per la dignità di Christian Elia e Angelo Miotto

Il report sconcertante illustrato dai nostri direttori, finisce con questa affermazione: “Crediamo in un giornalismo che si assume le sue responsabilità, che non nasconde un’opinione, ma la motiva con fatti e dati. E con quel rispetto delle norme di diritto internazionale, di rispetto della dignità umana, che sono l’unica idea di sviluppo nella quale ci riconosciamo.”

Ho scelto una di quelle musiche che mi mettono pace, Danit, con una canzone di pochi anni fa.

Una canzone lontana da questa narrazione?

Possibile, ma è vicina al mio cuore.

Vicino al cuore, mi sembra la mia priorità di questo momento.

Behind all illusions, there's reality
Reminder of simplicity
Surrender our souls to the mystery
Opening our hearts completely
We're circling around and around and around in this wheel of life
Breathing in and out life, breathing in and out love
Connecting all there is and embracing
Here and now, here and now, here and now